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Complice una bellissima giornata quasi primaverile e qualche fantasiosa nuvole che dipinge il limpidissimo cielo, decido senza troppe pianificazioni di fare un giretto verso il sud inesplorato della Sicilia.
Ovviamente la prima tappa non poteva che essere un castello e così verso le 10:00 circa arrivo a Donnafugata. Da tempo mi ha incuriosito questo castello per la via della sua ristrutturazione finita appena qualche anno fa e quindi spero di trovarlo nel massimo del suo splendore.
Il mio stupore però e maggiore delle aspettative, appena arrivato mi attrae già la sua facciata principale per via della sua colorazione e del suo stile gotico. Faccio il biglietto di 5 euro ed entro, per poterlo visitare sia nel suo interno che nel parco, e mi avvio verso la visita su un percorso obbligato che si snoda attraverso le circa 28 stanze messe a disposizione del pubblico arredate da mobilia e da parati dello scorso secolo. Purtroppo è assolutamente vietato scattare delle foto per via delle solite restrizioni, peccato davvero, perché le foto sarebbero state molto più eloquenti di tutte le belle parole che potrei usare per descrivere l’accuratezza e la bellezza dei suoi interni.
Esco sui balconi esterni e qui inizio a fare il giapponese del caso, troppi spunti fotografici, troppe linee e colori, troppo stupendo. Mi dirigo nel giardino che circonda il castello, 8 ettari di vegetazione davvero ben tenuti e curati, giro per una mezz’ora come un forsennato, osservo scruto, rimango esterrefatto, il labirinto, la grotta, la chiesetta, i viali, sembra di tornare indietro nel tempo.
Sono le 11:00 circa ed è giunto il momento di lasciare questo splendido luogo, mi avvio verso la prossima meta e lungo la strada mi fermo, come al solito, per scattare delle foto al paesaggio che mi circonda, complice il cielo con le sue splendide nuvole messe lì come se fossero disegnate, lo scenario che si offre ai miei occhi, mi lascia senza parole, le mucche al pascolo completano “la tela”.
Arrivo così dopo qualche chilometro a Punta secca in loc. Santa Croce di Camerina alla ricerca della casa che è stata set della serie del “Commissario Montalbano” ma purtroppo dei lavori di restauro impediscono di entrare nel set del telefilm.
Proseguo, passo alcuni paesini che si affacciano sul mediterraneo, mi fermo vicino a Sampieri presso una fabbrica di mattoni ormai abbandonata da decenni, Pisciotto, così viene chiamato questo stabilimento incendiato dopo appena un decennio di vita nel 1924, dove ormai sono rimaste solo delle rovine.
Il tempo pare volersi mettere male, dei nuvoli all’orizzonte mi ricordano comunque che siamo in inverno e tutto è possibile.
Chilometro dopo chilometro arrivo a Ispica, ricordo di aver visto da qualche parte delle foto di alcune chiese e scorci di barocco che meritano di essere fotografati e così prima mi fermo in piazza Santa Maria Maggiore, davanti l’omonima chiesa, dove un colonnato semicircolare posto di fronte alla chiesa, mi offre un ottimo spunto per qualche foto da post-editare in High Dinamic Range e poi in piazza Santissima Annunziata dove l’omonima chiesa erge maestosa davanti a me nel suo splendido barocco.
Sono le 13:00 circa ma non ho tanta fame, sono già abbastanza sazio di chilometri.
Una cartello stradale mi stuzzica e mi informa che a 15 km ci sono le famose cave scavate nella roccia, decido allora di andare a visitarle, era anche questo un posto messo in cima ai luoghi da visitare al più presto.
Pian piano arrivo anche qui attraversando stradine di campagna e paesaggi a me sconosciuti, decido così di andare prima al museo in grotte del mulino ad acqua (mi accorgerò solo dopo che la scelta è stata sbagliata). Qui una coppia attempata mi fà, prima pagare un biglietto di 5 euro, e poi pian piano mi spiega dettagliatamente tutto il funzionamento del vecchio mulino, giro tra le grotte dei vecchi contadini tra uno squisito odore di sugo al pomodoro proveniente dalla casa degli anziani, l’ambientazione è piacevole e così, come al solito, dò sfogo alla mia fotocamera.
Il tempo passa, esco da lì alle 13 :55 e dirigo adesso verso l’entrata della omonime cave, ma qui con grande mia sorpresa, trovo, la biglietteria chiusa, purtroppo alle 13:45 ha chuso i battenti, mi mordo un po’ le labbra, pentito della scelta di essere andato prima al mulino, ma mi riservo in futuro di ritornare
Decido allora di fare strada di rientro, mancano 130 chilometri, molti dei quali su strade scorrevoli.
Mi fermo verso Siracusa lungo la SS114 per avvertire a casa “che sono vivo” e tra un’oretta sarò di rientro. Arrivo alle 15:30 dopo 320 km circa e più di 150 foto scattate. Come al solito traccio il resoconto, sono entusiasta, la mia Sicilia anche oggi non mi ha tradito regalandomi ancora stupendi paesaggi, scorci di storia e arte, un altro tassello è stato aggiunto al mosaico
Bandw
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