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La Motostaffetta 2007 di Mototurismo.it
Durante il 2007, alcuni iscritti al forum di Mototurismo.it hanno organizzato un singolare iniziativa che prevedeva di passare
un libro inizialmente in bianco (poi successivamente denominato "Testimone") su cui
ognuno potesse riportare le proprie riflessioni, emozioni, impressioni e
quant'altro, sul percorso della tappa
svolta in una parte delle propria regione o da lui effettuata.
Così facendolo passare da mano in mano, custodito dentro con una
fatidica borsa rossa, è partito dalla redazione della
rivista, ed ha percorso quasi tutta l'Italia attraversando anche lo
stretto, fino ad arrivare anche in Sicilia dove lo aspettavo
impazientemente per accoglierlo tra le mie braccia e "gongolarlo" per le
strade Sicule.
Raccontare l'emozione che come tedoforo ho vissuto durante questa esperienza, è stato davvero
indescrivibile, ma ci ho provato con qualche riga che, come tutti gli altri
report dei tedofori che hanno partecipato, è stato anche possibile leggere sull'omonimo mensile, ormai noto punto di
riferimento per mototuristi incalliti.
In questa pagina ho raccolto tutti i file che sono stati creati in occasione dell'evento dove ognuno ha dato sfogo alla propria creatività creando un fantastico filmato, un "Motostaffendario", le copie fotostatiche del testimone che è passato di mano in mano, etc.....
Ecco invece come ho vissuto io questa meravigliosa avventura
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TAPPA n° 30
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04 Ottobre 2007
Messina - Nebrodi – Etna versante nord – Etna versante sud - Catania
Tedoforo: BANDW
Finalmente il grande giorno è arrivato, dopo tanti piccoli problemi di
organizzazione, di incastro di date, persone e impegni, finalmente alle
07:00 forcelle verso nord, dirigo la mia KLE verso Messina dove mi
incontrerò con il prode cavaliere Pinos.
La temperatura è gradevole per l’orario cui sono partito e così, chilometro
dopo chilometro, arrivo a Messina all’imbarco dei traghetti. Attendo appena
10 minuti ed arriva “U Ferri bott” (come lo chiamiamo affettuosamente noi in
Sicilia)
che con fare ormai abitudinario scarica una valanga di studenti, pendolari,
lavoratori e turisti che rientrano o partono dalle vacanze. I miei occhi
scrutano alla ricerca di una faccia che però non conosco, ma in questi casi
bastano gli sguardi per capirsi, vedo un Varadero blu, è Lui, Pinos è
arrivato, ci salutiamo e come se ci conoscessimo da tempo scambiamo due
chiacchiere, dirigiamo verso un Bar per fare colazione ed immortalarci
mentre ci “scambiamo” doni e “testimone”. Finalmente prendo in consegna il
“Librone”, dò una rapida sfogliata, vedo nomi che leggo sul forum da tempo,
leggo pensieri, guardo alcune foto, capisco che ho in mano un’autentica
reliquia, facciamo le solite foto di rito, ci scambiamo i doni, Pinos mi
consegna della pasta e pomodorini caserecci ed io ricambio con delle
deliziose paste di mandorla, altre foto e ci salutiamo prendendo ognuno per
strade diverse.
E’ giunto il momento di partire, metto la sacca rossa con tutto il contenuto
nel bauletto e parto, da ora in poi i miei obiettivi saranno: nessuna
autostrada, tante foto e tante curve.
La prima sosta la faccio a Torre Faro nei pressi di Capo Peloro, la punta a
nord est che si trova esattamente di fronte alla Calabria all’ingresso nord
dello Stretto di Messina, mi fermo a fare qualche foto alla torre di acciaio
alta 224 metri che fino a tempo fa era il pilone dell'elettrodotto più lungo
del mondo. Il traliccio fino al 1992 sorreggeva due terne di conduttori di
circa 3 cm. di diametro in unica campata di 3600 metri circa e serviva al
trasporto dell'energia elettrica, dopodichè l'impianto è stato dismesso per
gli elevati costi di manutenzione giornalieri e in sostituzione sono stati
collocati dei cavi sottomarini.
Riparto e percorrendo la SS113 attraverso parecchi paesini ancora in dolce
risveglio mattinale, anche se è ancora presto, il traffico è parecchio e la
soluzione di non prendere l’autostrada non risulta essere la scelta
migliore. Finalmente arrivo a Terme Vigliatore e da qui imbocco la SS185,
inizio a salire percorrendo qualche dolce curva e osservando il panorama
sottostante, inizia il dilemma che strada facendo mi ha assillato per tutta
la mattinata, “fare foto o fare strada?” Entrambe le sensazioni prevalgono
l’una sull’altra a ritmo alterno e così ogni tanto, mentre ne approfitto per
gustarmi un po’ di sana aria frizzantina mi fermo per degli scatti
fotografici.
La SS185 scorre sinuosa attraversando il parco dei Nebrodi, durante il
tragitto prima una capra e poi un bel cavallo che bruca l’erba sul ciglio di
una strada dietro una curva, rischiano di rovinarmi la giornata ma siccome
“la moto è libertà e non velocità” per oggi grazie alla mia andatura da
mototurista passeggiatore della domenica, scampo i pericoli.
In alcuni tratti, la vegetazione devastata dagli ultimi incendi di questa
estate rendono il paesaggio davvero spettrale, curva dopo curva e chilometro
dopo chilometro passo Portella Sella Mandrazzi a 1125 m.s.l.m. ed arrivo
così ai piedi dell’Etna dove mi preparo ad imboccare la Mareneve. La
“Mareneve” prende il suo nome per la particolarità che la strada parte dalla
zona dalla costa ionica ed arriva appunto sull’Etna, essa non è solo una
lingua asfaltata che si snoda fino alle pendici del Vulcano e che congiunge
semplicemente due coordinate geografiche, la Mareneve, grazie alla sua
particolarità di grip che offre l’asfalto e il mix di tornanti, curve a
gomito e brevi rettilinei, è la strada per eccellenza dei motociclisti
siciliani, proprio qui la Pirelli, che a Giarre ha un suo centro studi
sperimentale, testa le sue particolari mescole di gomme che magari un giorno
monteremo sulle nostre moto.
Salendo da questa strada è d’obbligo fare una sosta al “Brunek”, Il Brunek
per i comuni turisti è solo un rifugio montano con delle camere a
disposizione dei vacanzieri che scelgono di fare una escursione guidata
sull’Etna, ma per noi della zona salire dalla “Mareneve e non fermarsi da
Michele è, come dire, andare a Roma e non vedere il Papa. Michele ci conosce
tutti, ci accoglie sempre a braccia aperte, ci dispensa consigli come solo i
veri saggi sanno dare, ci prepara il miglior caffè della zona, e poi
comunque con le sue battute rosee e sincere ci allieta veramente la sosta.
La mia, oggi, consta oltre che di un affettuoso saluto anche di un fugace
ingurgitamento di un panino e di una pausa rigenerante con caffè, il tutto
con le solite foto con “testimone” in mano e illustrazione ai presenti
dell’iniziativa di cui sono felicemente partecipe.
Saluto e proseguo, mi inerpico ancora salendo fino a Piano Provenzana a
quota 1800 m.s.l.m., il nuovo manto stradale totalmente rifatto sopra la
lava dell’ultima eruzione del 2002 rende il paesaggio simile a quello
lunare, la lava ancora spoglia di nuova flora contrasta nettamente la
vecchia vegetazione ancora viva e rigogliosa.
Inizio a scendere e curva dopo curva arrivo in prossimità di Fornazzo. Qui
nel 1950 durante una eruzione, la gente del luogo per ringraziare la volontà
divina di aver fermato il flusso eruttivo all’ingresso del paese ha eretto
una piccola chiesetta, la stessa, durante un’altra eruzione del 1979, mentre
veniva avvicinata dal magma incandescente, appena arrivato in prossimità
della parete a ovest, dopo averla appena sfondata, si è fermato e l’ha
circoscritta risparmiandola dalla incontenibile furia distruttiva.
Il sali e scendi continua e mi avvio verso il Rifugio Sapienza sul versante
sud dell’Etna, lungo la strada mi fermo ad osservare una delle centinaia di
grotte vulcaniche scavate dagli ingrottamenti della lava, che spettacolo e
che forza la natura.
Arrivati al rifugio Sapienza a 1986 m.s.l.m., trovo come è ormai
consuetudine una miriade di turisti arrivati fin quassù con tutti i mezzi
disponibili che assediano il luogo e come tante formiche in cerca di una
mollica, si aggirano sui crateri cercando qualche particolare forma di
pietra lavica “souvenir” da portare al seguito e da mostrare orgogliosamente
all’arrivo a casa agli amici e parenti.
Faccio una piccola sosta con qualche foto sul nuovo orologio solare
inaugurato da poco tempo posto proprio sul 15° meridiano che coincidenza
attraversa l’Etna.
A questo punto il giro è quasi finito e mi avvio verso casa non prima però
di aver immortalato strada facendo una piccola casa sommersa da una colata
lavica degli anni scorsi che è meta di tanti visitatori ma ormai
vandalizzata e depredata di tutto quel po’ che era rimasto, lentamente così
faccio ritorno verso casa con 370 km sulle spalle (di cui 220 su strade
statali e con testimone al seguito) e circa 140 foto scattate.
La giornata volge al termine con una soddisfazione tale che solo chi ha
partecipato può capire, la fretta adesso incombe ed è tanta la voglia di
arrivare a casa per poter sfogliare tranquillamente il prezioso testimone
ricco di contenuti e pensieri che ognuno di noi ha lasciato indelebilmente
impresso nero su bianco.
TAPPA n°30 Bis - 05 ottobre 2007 -
Catania – Gallico Reggio Calabria – Gambarie
Tedoforo: BANDW
Mi alzo a mattinata inoltrata complice una telefonata di Gold Wing che mi
avverte che è partito da Lecce da un’ora circa e dirige a spron battuto
verso il luogo precedentemente designato per il punto d’incontro, compilo il
“testimone” dei miei pensieri, incollo la cartina della tappa fatta il
giorno precedente e lentamente mi avvio verso Reggio Calabria. Durante la
sosta di 40 minuti ai traghetti vengo colto da profonda tristezza, anche se
so che lo consegnerò in ottime mani, tra poco lascerò il prezioso
“testimone”. Mi sento telefonicamente di nuovo con Gold Wing che mi avverte
che procede speditamente anticipando così l’orario previsto per l’incontro,
salta quindi una mia ulteriore possibilità di tappa in periferia di Villa
San Giovanni e dirigo verso Gallico.
Arriva Gold Wing in sella al suo prode destriero sfoggiante nuove bandierine
di nuovi stati attraversati dopo l’ultimo incontro fatto a dicembre durante
il suo tour tra la Sicilia e Malta. Decidiamo di farci un po’ di strada
insieme e così saliamo dalla SS184 che ci porta a Gambarie, lungo il
tragitto, su un tornante che si affaccia sullo stretto di Messina, ci
fermiamo per effettuare il passaggio di consegne e lo scambio di “omaggi”,
ormai è suo, oggi il “testimone” farà tanta strada con Lui. Solite foto dove
immortaliamo i momenti topici e ripartiamo in sella alle nostre cavalcature
affrontando tornanti e curve su strade sconosciute immersi nella fitta
boscaglia. Giungiamo a Gambarie attraversando borghi quasi deserti, ci
fermiamo per un “panozzo” da mettere tra i denti e dopodichè ci salutiamo,
qui i nostri percorsi si dividono, io mestamente faccio strada verso casa e
Gold Wing proietta la sua moto verso sentieri e stradine inesplorate snodate
tra la fitta vegetazione dell’Aspromonte.
Di nuovo sul traghetto dopo appena 2 ore e mezza che ero sceso, ne
approfitto per scoprire cosa il buon Gold Wing mi ha portato da Lecce e così
mi gusto beatamente e profondamente un ottimissimo “pasticciotto alla crema”
che allieta così lo stato di torpore che il traghetto mi sta infondendo, che
delizia per il palato la soffice crema all’interno, davvero stupendo, ci
dobbiamo incontrare più spesso con Gold Wing.
Il percorso che segue fino a casa sarà solo una noiosissima pallostrada A18
che sembra non voler finire più, i pensieri durante il tragitto scorrono
attraverso i due giorni passati immerso in questa unica avventura di cui
sono stato estremamente orgoglioso di essere partecipe, ringrazio quindi
tutti i tedofori che hanno reso possibile l’evento e l’impegno profuso da
chi tramite mail e telefonate si è prodigata/o affinché il tutto riuscisse
nel miglior modo si potesse sperare, grazie coordinatori, grazie Nea, grazie
Mototurismo, alla prossima.
BANDW
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