Il Castello Rufo
Ruffo, secondo le parole del Prof. Santi Agnello, è piantato sul vertice di
una collina precipite, tutt’intorno recinta da valli inaccessibili. Nel solo
lato orientale, che guarda sullo stretto, il pendio è meno erto ed è in esso
che è stata ricavata, con paziente lavoro umano, la faticosa mulattiera, che
tuttora congiunge, come nell’oscuro medioevo,
"la marina" (fraz.
Scaletta
Marina)
al castello. È in questo lato, infatti, che, sfruttando le maggiori
accidentalità venne costruita su una breve spianata che interrompe la foga
dell’ascensione, la fortezza avanzata, dove vennero installate, nel seicento
numerose bocche da fuoco, che resero invulnerabile la costa.Il profondo
mutamento, apportato dall’introduzione delle artigliere, rese necessarie,
anche nel sistema difensivo del castello di Scaletta, grandi opere
integrative, di cui restano tuttora autorevoli avanzi. I maggiori danni sono
derivati dal quasi totale abbandono in cui è stato lasciato nell’ultimo
secolo. Il castello di Scaletta non è stato eretto con un preciso piano
architettonico. Esso ha dovuto piegarsi alle inderogabili esigenze
topografiche che hanno imposto soluzioni obbligate."Si sono compiute delle
vere e proprie acrobazie architettoniche per vincere le disuguaglianze della
roccia e comprenderle in solo organismo”.All’esterno l’organismo
architettonico presenta, in complesso, caratteri di una certa unità
costruttiva, con tracce di manomissioni e di rabberciamenti postumi, oggi
pressocchè incontrollabili, a cagione della muratura a pezzate che unifica,
senza evidenti demarcazioni, le parti diverse. La caduta degli intonachi ha
messo allo scoperto l’apparato murario, costituito essenzialmente di
blocchetti calcarei, sommariamente sfaccettati e disposti in allineamenti
poco rigorosi. L’azione del tempo, cospargendo tutta la massa di una patina
uniforme, ha unificato le tonalità, rendendo, per ciò stesso, sterile ogni
tentativo di sorprendere nella compagine esteriore le aggiunte e le
modifiche. I lati maggiormente decorati sono il sud-est ed il sud-ovest,
dove l’apertura di finestre simmetriche, distribuite in diversi piani,
ravviva il severo aspetto militare dell’insieme. Perfettamente conservate
sono le finestre del lato sud-est: due bifore in corrispondenza del piano
nobile, due piccole monofore nel piano superiore della servitù. La stessa
distribuzione si ha nel lato sud-ovest: eguale il numero eguale l’ordine d’
impostazione.Il lato nord-ovest, ove si apre la porta d’ingresso, non
presenta, allo stato attuale, che una sola bifora chiusa; tutto il resto del
prospetto, di una rigida severità, è perfettamente cieco. La porta ogivale
recinta da grandi conci in arenaria, conserva la sua integrità di struttura.Una
più ridotta varietà decorativa presenta il quarto lato nord-ovest- in cui
non si riscontrano tracce di bifore. Varcando la soglia, l’attenzione è
attratta dall’altezza della volta a botte, dalle finestre sospese nel vuoto,
dalle porte di intercomunicazione, tagliate nell’alto dei muri divisori ed
oggi assolutamente inaccessibili.I tre piani, nell’economia del castello,
rispondevano naturalmente, a diverse esigenze e avevano quindi una diversa
funzione. Gli ambienti del pianterreno servivano gli armigeri e per il
personale addetto alla difesa del castello; il superiore, rispondente al
piano nobile, era destinato al castellano e alla sua famiglia, l’ultimo –
piano ammezzato – accoglieva probabilmente la servitù.Oggi, nei diversi
piani, sono soltanto rilevabili numerose edicolette murali, disimpegnanti
l’ufficio di armadi, e, nel piano nobile, il taglio di un grande camino. Caratteristici
sono pure alcuni tagli verticali che s’ingrottano nei muri e che
attraversano per tutto lo spiegamento dei tre piani; potevano servire da
collegamento per un più rapido scambio della piccola suppellettile e
assolvevano l’ufficio di canne portavoce.L’accesso al piano terrazzato, che
si stende sulla volta a botte, è reso agevole da una lunga scala lapidea a
cielo scoperto praticata in un piccolo atrio quadrato. All’esterno la sua
presenza è denunziata da un muro rampante, attraversato da numerose
feritoie. All’interno del castello è stato allestito un
museo,
costituito da bacheche e recinzioni allestite nelle varie sale e recanti
documenti cartacei (specie iconografici) ma anche araldici, che riguardano
il territorio e la famiglia Ruffo. Di vivo interesse culturale sono le
medaglie, gli oggetti artigianali, le armi di guerra e le armature, disposti
ad arte nei vari ambienti. Un’ulteriore attrazione culturale volta ad
accrescere le conoscenze riguardanti il territorio di Scaletta Zanclea.
fonte:
I castelli.it
BANDW
|