La moto, che passione!
Fare molte soste, allacciare sempre il casco,
utilizzare abbigliamento tecnico e tenere i fari accesi anche di
giorno. Ecco i consigli per affrontare un viaggio in moto in tutta
sicurezza
Per
gli amanti delle due ruote la primavera e l’estate sono i periodi più
favorevoli per utilizzare il loro mezzo di trasporto preferito: non fa
freddo, piove poco e le strade non sono ghiacciate. La moto è il mezzo
ideale per spostarsi nei week-end ed evitare le code, ma anche per
intraprendere veri e propri viaggi in giro per l’Europa. Lunghi
tragitti in moto, però, possono essere anche molto faticosi. Come si
può cercare di rendere il viaggio piacevole e sicuro? La parola al
dottor Gianluca Galimberti, fisiatra dell’Unità
Operativa di Riabilitazione e Recupero funzionale di Humanitas diretta
dal dottor Lorenzo Panella e a Claudio De Viti,
responsabile del settore moto dell’ANCMA (Associazione Nazione Ciclo,
Motociclo e Accessori).
Un occhio di riguardo per la schiena
“La posizione inclinata in avanti, che si assume durante la guida
della moto, e le continue vibrazioni – spiega il dottor
Galimberti – sottopongono la
schiena a una forte tensione e la
colonna vertebrale a continue sollecitazioni, che possono portare
alla comparsa di dolori muscolari e articolari,
soprattutto alla schiena. Se la moto è pesante e di grossa cilindrata,
i
muscoli rimangono costantemente contratti, sia durante la guida
che da fermi, per tenere in piedi il veicolo. Il peso del corpo,
inoltre, non viene mai scaricato sulle
gambe, ma grava sulla colonna vertebrale e sui muscoli della
schiena, delle
spalle e del
collo. Mantenendo a lungo una postura con la schiena flessa, il
materiale di cui sono composti i
dischi interventebrali tende a “scivolare” all’indietro e quindi
ad aumentare le pressioni a livello posteriore, dove risiedono
numerosi rami nervosi. Questi possono quindi venire sollecitati
meccanicamente e ingenerare uno stimolo doloroso.
Inoltre i muscoli posteriori del
rachide, se non ben allenati, tendono ad andare incontro a facile
affaticamento in quanto devono lavorare in una
condizione di continuo allungamento e devono anche rispondere a tutte
le sollecitazioni dovute alle vibrazioni”.
Qualche controindicazione
“Non esistono delle controindicazioni di ordine assoluto all’utilizzo
della moto – sottolinea il dottor Galimberti. Appare
ovvio che persone con problemi acuti di mal di schiena debbano
evitarne l’uso fino alla risoluzione della
sintomatologia. Il problema si accentua in coloro che hanno già
problemi o semplici dolori alla schiena e nelle
persone che soffrono di
ernia del disco, che dovrebbero dunque chiedere il parere
del medico prima di affrontare un lungo viaggio in moto. E’ sempre
opportuno che i motociclisti (sia il guidatore che il passeggero)
indossino delle apposite fasce elastiche di sostegno,
che assicurano il supporto nella zona lombare e sono utili per
prevenire il
mal di schiena. In previsione di una vacanza in moto, l’ideale
sarebbe prepararsi praticando uno sport che rinforzi i muscoli della
schiena, ad esempio il nuoto, o facendo un po’ di ginnastica e
stretching”.
Soste frequenti
“Un lungo tragitto in moto – avverte il dottor Galimberti
– dovrebbe essere sempre intervallato da soste frequenti, per
sciogliere i muscoli, sgranchirsi le gambe, riposare un po’ e
mangiare e bere qualcosa. Le soste possono essere l’occasione per fare
qualche semplice esercizio di stretching, che possa
alleviare la tensione muscolare e rendere il viaggio meno faticoso. E’
sufficiente durante le soste, una volta scesi dalla moto, in posizione
eretta, effettuare degli
stiramenti all’indietro, appoggiando le mani sui fianchi. Questo
movimento deve essere lento e va ripetuto per una decina di volte. Può
essere utile, inoltre, effettuare dei movimenti a livello del rachide
cervicale: flettendolo ed estendendolo, inclinandolo a destra e a
sinistra, ruotandolo a destra e a sinistra. Anche questi movimenti
devono essere effettuati con dolcezza e lentamente, in modo da stirare
i muscoli. Consiglio invece di evitare sempre i movimenti rotatori del
capo. Le soste sono indispensabili anche perché, con il passare delle
ore, diminuisce la concentrazione e la capacità di
reazione alle situazioni di pericolo”.
Bere molta acqua e non mangiare troppo
“E’ poi opportuno fermarsi spesso per bere, anche prima di avvertire
la sensazione di sete – esorta il dottor Galimberti –
per reintegrare la perdita di liquidi e sali minerali
causata dalla
traspirazione. La
disidratazione, infatti, è uno dei principali nemici di chi
viaggia in moto in estate, soprattutto se si adotta un abbigliamento
leggero e scollato, abitudine che andrebbe sempre evitata: la
sudorazione evapora facilmente e si determina una perdita di
liquidi sempre più elevata, poiché l’organismo, per eliminare il
calore in eccesso, deve produrre altro sudore. Il buon senso, infine,
deve consigliare di consumare un pasto leggero prima
di mettersi in viaggio, a base di frutta e verdura
(che aiutano a compensare la perita di liquidi e
sali minerali) e
carboidrati (che forniscono una buona fonte di energia di
pronto impiego), evitando prima e durante il viaggio il consumo di
bevande alcoliche e di pasti troppo abbondanti. Ricordo anche di non
assumere, prima della partenza,
antistaminici,
sedativi o altri farmaci che possano provocare sonnolenza e
diminuire l’attenzione e la capacità di reazione di chi guida”.
Fari sempre accesi
“Lo scorso 22 giugno – spiega Claudio De Viti – è
entrata in vigore la nuova norma che obbliga tutti i motocicli a
tenere sempre accesi i fari anabbaglianti, in città e
su qualunque tipo di strada. Questo è stato un grande passo avanti nel
campo della sicurezza stradale: noi dell’ANCMA, che già da tempo
avevamo avanzato questa proposta, siamo molto soddisfatti della sua
entrata in vigore prima dell’estate, momento critico per gli incidenti
stradali. L’accensione delle luci, infatti, rende le moto
molto più visibili e sicuramente potrà contribuire alla
diminuzione degli incidenti. Nelle moto e nei ciclomotori di nuova
produzione, inoltre, l’accensione degli anabbaglianti si produrrà
automaticamente con l’accensione del veicolo”.
Sicurezza prima di tutto
“Quando si viaggi in moto – esorta Claudio De Viti –
non si devono mai trascurare tutte le norme di sicurezza. Prima della
partenza, innanzitutto, è opportuno sottoporre la moto a un
tagliando di controllo completo, assicurandosi che i
pneumatici siano in ottimo stato.
Un occhio di riguardo merita poi l’operazione di carico dei
bagagli: è meglio utilizzare borse laterali (da riempire in
modo equilibrato), più sicure, che non alzano il baricentro della
moto. Il bauletto posteriore, comodo come appoggio per la schiena del
passeggero, non dovrebbe essere molto voluminoso, perché potrebbe
causare problemi di stabilità in caso di vento. Comoda e sicura è
anche la borsa da serbatoio.
Per quanto riguarda l’abbigliamento, è molto importante accertarsi che
il casco che si utilizza sia omologato, sia cioè
provvisto della certificazione europea, evidenziata dalla presenza
della targhetta con la lettera E all’interno del casco. Per l’estate
può essere comodo utilizzare un modello apribile di casco che, in ogni
caso, deve essere sempre integrale e deve essere sempre tenuto
allacciato, anche per brevi tragitti. Non allacciare il casco
equivale, sotto il profilo della sicurezza, a non indossarlo nemmeno.
Non è opportuno che i motociclisti viaggino con un abbigliamento
troppo leggero, svolazzante, con calzoncini corti, canottiere e
sandali: è meglio optare per pantaloni lunghi, felpa, scarpe chiuse e
calze. L’ideale sarebbe ovviamente un abbigliamento tecnico,
in due pezzi separati (più comodo rispetto alla tradizionale tuta),
dotato di specifiche protezioni per chi va in moto. Ci sono ad esempio
dei completi in jeans che possono essere indossati anche quando non si
viaggia e che sono comodi e adatti ai centauri. E’ bene non
dimenticarsi, infine, di indossare sempre i guanti,
indispensabile protezione per le mani. Un ultimo consiglio è quello di
portare con sé una protezione antipioggia: giacca,
pantaloni e soprascarpe per affrontare un acquazzone improvviso”.
A cura di Elena Villa
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